Questo pomeriggio, giovedì 14 aprile, il vescovo monsignor Giuseppe Baturi ha presieduto la messa in Coena domini nella cappella dell’Istituto penale per minorenni di Quartucciu. Durante la celebrazione si è svolto il rito della lavanda dei piedi e l’inaugurazione di un cenacolo in legno, realizzato e dipinto dai ragazzi attualmente ospiti della struttura.
Un’opera sviluppata grazie al lavoro sinergico tra il laboratorio della falegnameria e quello di murales, condotti rispettivamente dal tutor Valerio Ancis e dal docente Carlo Erminio. Il progetto è stato sostenuto economicamente, per l’acquisto del materiale, dal Rotary Club Cagliari Anfiteatro. Hanno concelebrato il cappellano dell’Istituto padre Gabriele Biccai e don Enrico Murgia, parroco della parrocchia San Pietro Pascasio di Quartucciu, sul cui territorio ricade la struttura penitenziaria.
Oltre al direttore Enrico Zucca, accompagnato da una delegazione del personale carcerario, era presente una rappresentanza della magistratura minorile, i vertici del Rotary , il coro “Note in toga”, alcuni operatori esterni e gli operatori della Giustizia minorile. Hanno inoltre partecipato i volontari dell’associazione “Oltre le sbarre” e quelli del movimento “Rinnovamento nello Spirito Santo”, che ha animato la celebrazione.
Durante l’omelia l’arcivescovo ha ricordato a più riprese il passo del Vangelo che narra la passione spirituale di Gesù nell’orto del Getsemani. “Era una notte buia – afferma monsignor Baturi – e per Gesù era anche una notte di solitudine, ma in virtù del suo amore per noi non è fuggito, piuttosto l’ha attraversata”.
Si è poi soffermato sui due insegnamenti che quell’esperienza dolorosa ci ha lasciato in dono: l’eucarestia e la carità fraterna. “Lavare i piedi – spiega – rappresenta un gesto di accoglienza. Gesù lo compie, lava la parte sporca della persona, per permettergli di continuare a camminare, e quindi vivere. Questa è la carità cristiana, grazie alla quale ogni uomo può trovare la propria strada”.
Al termine della celebrazione non è mancato il riferimento alla guerra in Ucraina, e anche i giovani detenuti si sono fatti portatori di pace attraverso la lettura di una preghiera e con un dono, consegnato al vescovo e indirizzato ai bambini vittimi delle atrocità del conflitto.
Per il direttore dell’Istituto Enrico Zucca questo momento di condivisione, in una giornata così significativa per i cristiani, è stato molto importante non solo per i ragazzi ma per tutti coloro che per diversi motivi gravitano attorno a quella realtà penitenziaria. “Ho fortemente voluto organizzare questa iniziativa – racconta – ed avere goduto della disponibilità e presenza di monsignor Baturi è stata un’esperienza unica. Dare la possibilità ai ragazzi di farsi conoscere e apprezzare per le cose belle che riescono a fare è per noi un obbiettivo fondamentale”.
+++ La cronaca dettagliata dell’iniziativa sul numero del settimanale diocesano “Il Portico” in uscita la prossima settimana+++