Basilica di N.S di Bonaria in Cagliari, 24 aprile 2021
La Madre di Dio continua a porgere quella la luce sempre accesa che dal 25 marzo 1370 il popolo della Sardegna non smette di guardare con speranza.
Nell’Exultet della notte di Pasqua abbiamo cantato con gioioso stupore questa luce che mai si spegne, la «stella che non conosce tramonto»: Cristo, «risuscitato dai morti fa risplendere sugli uomini la sua luce serena». Grande è il nostro amore alla Vergine Maria che ha offerta se stessa perché venisse nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo (Gv 1,9). Questa fiamma, più forte di ogni oscurità, è la sicurezza del nostro cammino.
Abbiamo riconosciuto la forza di questa vita più forte della morte nel segno della Croce, sotto la quale Maria è diventata nostra Madre. Accettando di vivere l’offerta del Figlio, anche il suo cuore si è svuotato ed è stato dilatato per noi, per poterci amare come Madre che conosce, ama, guida.
Siamo tornati a te, Madre nostra, per invocare sulla nostra Sardegna, il nostro Paese e il mondo intero questa “luce serena”, anche nella circostanza di questa epidemia che sembra togliere respiro e gusto alla nostra vita. Ti affidiamo ancora i nostri fratelli che sono morti, spesso privi del conforto dei loro cari, i malati e i sofferenti, coloro che sono in difficoltà, quanti si preoccupano della salute e del bene comune. Guarda con amore e aiuta le famiglie, i ragazzi e i giovani, i lavoratori che vivono l’incertezza della precarietà, gli anziani, che hanno pagato un caro prezzo a questa malattia. Aiutaci a prenderci a cuore i nostri fratelli più fragili, ad aver compassione dei bisognosi, a lavorare per un futuro più sicuro e solidale, per una convivenza di pace nella verità e nell’amore.
Alla luce ci si affida per poter guardare la realtà. Nulla può aiutarci a riconoscere la bontà della vita più dello sguardo di Maria, che è sguardo d’amore di madre, non misura, e ama sempre, dona se stessa e salva la nostra vera grandezza, anche dentro il peccato e il fallimento, la difficoltà o l’insuccesso. Siamo grandi, ci insegna San Paolo, non perché perfetti ma perché scelti e amati da Dio fin da prima della creazione del mondo (cf. Ef 1,4). Siamo il termine di un amore infinito che si riflette nello sguardo della Madre di Dio e trova concretezza nell’affetto delle nostre mamme.
Chiediamo a Nostra Signora di Bonaria, in questo momento di fatica, di ricordarci sempre la bontà di Dio, le opere grandi che il Signore ha compiuto nella storia per liberarci dal male. «Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente» (Lc 1,49). Anche noi siamo chiamati a far memoria dell’amore che non dimentica e non abbandona.
Maria ci consegna alla Vita, che è in Cristo morto e risorto. Speriamo un destino di gioia infinita ed eterna perché il Cristo per noi è morto ed è risorto, è presente nel cuore del tempo e della storia e continua a farsi incontro in ogni circostanza. O Maria, alimenta questa cara fiducia, Maria «di speranza fontana vivace» (Dante).
Ricorriamo a te, Signora nostra, sicuri che il tuo sguardo di Madre custodisca la nostra vera grandezza, la memoria dell’opera di Dio tra noi, la speranza di un destino di gioia. Guardaci con misericordia e continua a donarci la luce serena di Cristo.