Il pane dal cielo, la manna, e il sangue dell’alleanza sono dati ad un popolo che sta attraversando il deserto ed è in cammino verso la terra che il Signore ha preparato. Gesù ci invita a seguirlo attraversando il nuovo santuario, la tenda non costruita da mano d’uomo, verso i beni futuri non soggetti alla fragilità della creazione presente. Il punto di partenza è la sala addobbata a festa del Cenacolo e la prima tappa è il monte degli ulivi.
Abbiamo dunque un chiaro invito a camminare, a non fermarci. Ogni volta che nel deserto il popolo dell’esodo si fermava diventava preda dei lamenti, delle mormorazioni, degli idoli.
La processione, come ogni vero pellegrinaggio, diventa un segno provvidenziale di questa vocazione a guardare in avanti e camminare seguendo il Signore-Risorto. “Dopo aver cantato l’inno uscirono verso il monte degli ulivi”. Non dobbiamo temere questa parte del percorso che ci chiama a seguire Gesù sulla via della Croce. Per non fare la fine degli Apostoli, impauriti e sbandati, dobbiamo percorrere tre vie importanti.
Primo, la via dei peccatori. E’ la via dove abitiamo tutti noi. Non abbiamo paura di riconoscere ogni giorno i nostri peccati e i nostri errori, mettendoci in cammino di conversione. Molti turbamenti, ci ammoniva nei giorni scorsi San Doroteo abate commentando Giobbe, nascono proprio dal fatto che non ci preoccupiamo di cominciare ad accusare noi stessi, a riconoscere i nostri peccati, prima di quelli degli altri. Succede che ci impressioniamo di più quando c’è notizia di qualche reato, vero o presunto, e ci colpisce più il reato che il peccato: per quest’ultimo forse ci mettiamo troppo velocemente la coscienza tranquilla dopo la Confessione. Ma se per caso mancasse il dolore…
Secondo, la via dei poveri. La percorreremo passando in viale Fra Ignazio. Incontreremo la povertà evangelica liberamente scelta di sant’Ignazio e del beato Nicola, di tanti fratelli e sorelle; ma anche la povertà subita delle centinaia di persone che proprio lì cercano un tozzo di pane. Questi poveri sanno dove possono andare, loro conoscono il volto quotidiano della Chiesa che è presente attraverso tanti volontari; loro c’erano due giorni fa con la famiglia di Maurizio Campus per dirgli l’ultimo grazie su questa terra. E i Santi che si sono fatti poveri per il Vangelo ci invitano a non aver paura di percorrere questa strada, di incontrare ed accogliere i poveri, per avere sempre il vero volto di chiesa che Gesù desidera.
Terzo, la via dei piccoli e dei giovani. E’ la via percorsa da don Bosco, che vogliamo riscoprire in questo anno bicentenario della sua nascita, mentre ci prepariamo ad un cammino pastorale diocesano dedicato in modo prioritario proprio ai giovani. Don Bosco ha iniziato a percorrere questa via nei bassifondi torinesi di Valdocco, come hanno fatto tanti altri anche qui a Cagliari, dalla beata Suor Giuseppina Nicoli al venerabile Mons. Angioni e Suor Tambelli e molti altri. È la via che percorrono centinaia di educatori, religiosi e laici, la via dell’impegno educativo che, certo, richiede un profilo alto di vita spirituale, e soprattutto è una via che se la percorriamo con animo puro ci chiede ogni giorno di metterci in questione e ci trasforma ad immagine dell’Unico vero Maestro che ha fatto della predilezione verso i piccoli una regola del proprio ministero. Lungo questa via, con l’intercessione di Maria Aiuto dei Cristiani, di don Bosco e di tutti i Santi Educatori, uomini e donne, pregheremo in modo particolare per gli oratori estivi, per i Crest, per i campi scuola, perché gli educatori e gli animatori non si scoraggino e sappiano amare con il cuore del Signore Gesù.
Testi biblici proclamati: Es 24, 3-8 / Ebr 9, 11-15 / Mc 14, 12-16.22-26
Omelia tenuta domenica 7 giugno 2015 presso la Cattedrale di Cagliari